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Dott. Massimo Gargani
Specialista in Endocrinologia
Associazione Medici Endocrinologi (AME) Società Italiana Obesità (SIO)

La vitamina D potrebbe aumentare i tassi di sopravvivenza nei pazienti affetti da tumoreAPA7 Mag 201410
I pazienti affetti da tumore con livelli di 25-idrossivitamina D (VD25) più alti nel momento in cui viene loro diagnosticato il tumore hanno tassi di sopravvivenza più alti e tempi di remissione più lunghi rispetto alle persone con carenza di vitamina D. Lo studio, condotto da scienziati cinesi, è stato pubblicato sul "Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism" (JCEM)."I risultati suggeriscono che la vitamina D potrebbe influenzare in particolare la prognosi di persone affette da tumore al seno, tumore colorettale e linfoma", spiega l'autore dello studio Hui Wang dell'Accademia cinese di scienze di Shanghai. Nelle persone affette da tumore al polmone, tumore allo stomaco, tumore alla prostata, tumore della pelle e leucemia, l'associazione era più debole.Per il meta-studio sono stati analizzati i dati relativi a 17.332 pazienti di cui erano stati misurati i livelli di vitamina D al momento della diagnosi. È stato dimostrato che un aumento di 10 nanomoli per litro (nmol/l) dei livelli di VD25 era collegato ad un aumento del 4% del tasso di sopravvivenza.
Neurologia - Lunedì 5 Maggio 2014 RM in occasione del primo episodio di convulsioni (Neurology)
Per verificare i risultati ottenibili mediante l’esecuzione di risonanza magnetica (RM) a pazienti che presentano un primo episodio di convulsioni alcuni ricercatori australiani hanno pubblicato gli accertamenti eseguiti ad una serie di 993 pazienti consecutivi (età media 42 anni, con un intervallo di 14-94).Sono stati eseguiti EEG nel 94% di loro e RM nel 77% dei casi. La classificazione finale è stata diconvulsioni epilettiche nel 72% dei soggetti, di eventi non epilettici (ad esempio sincopi) nel 18% e di diagnosi incerta nel 10%.Nei pazienti sottoposti a RM sono stati notati i seguenti risultati:lesioni potenzialmente epilettogene sono state riscontrate nel 28% dei pazienti che hanno avuto una diagnosi finale di epilessia, e solamente nell’8% dei pazienti con diagnosi finale non epilettica. Circa la metà delle lesioni epilettogene sono state rappresentate da gliosi o da encefalomalacia; l’altra metà da anomalie di sviluppo, da anomalie vascolari, da tumori e da sclerosi temporale. Si è anche avuto un 22% addizionale di pazienti che hanno presentato anomalie non correlabili con le convulsioni;pazienti con convulsioni focali hanno presentato molto più frequentemente lesioni cerebrali alla RM rispetto ai soggetti con convulsioni generalizzate.Gli EEG sono risultati alterati nel 33% dei casi (rallentamenti nel 18% dei casi e lesioni epilettogene nel 13%). Da notare che tra i pazienti con lesioni epilettogene alla RM solamente il 16% ha presentato lesioni dello stesso tipo all’EEG; in senso inverso, tra i soggetti con EEG caratteristico per epilessia solamente il 28% ha presentato lesioni epilettogene alla RM.
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