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L'Ecografia Tiroidea

Esso rappresenta un esame di prima istanza fondamentale per stabilire le esatte dimensioni non solo della ghiandola ma anche di eventuali formazioni nodulari presenti. Si utilizzano apparecchiature ultrasonografiche con sonde ad alta frequenza. Nonostante la maniera di refertazione sia varia, una ecografia tiroidea che possa fornire indicazioni cliniche importanti per una diagnosi corretta e quindi per una terapia adeguata, ha bisogno di requisiti importanti. La misurazione dei lobi in tutti e 3 i loro diametri (anteo-posteriore, latero-laterale e longitudinale) è fondamentale per la stima del volume tiroideo (in ml) che rappresenta spesso un requisito irrinunciabile per certe particolari terapie (radiometaboliche e chirurgiche). E’ importante stabilire il grado di ecogenicità, la sede, la simmetria e il grado di disomogeneità della ghiandola. Altrettanto importante è la descrizione di formazioni nodulari (sede, dimensioni nei tre diametri, aspetto e presenza di eventuali calcificazioni). L’utilizzo della tecnica “color-doppler” fornice informazioni sulla vascolarizzazione sia della ghiandola sia delle lesioni presenti utilizzabili in senso diagnostico. In linea di massima la vascolarizzazione periferica alla lesione nodulare è indice di benignità mentre quella centrale è più frequentemente associata a lesioni a carattere maligno (questo criterio deve essere sempre confermato con l’agospirato). L’ecografia rappresenta inoltre il supporto obbligatorio per l’agoaspirato che deve essere sempre eseguito associato a questa metodica.

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